IL KUNG FU
La parola “Kung Fu” (Py: GongFu) è un termine piuttosto generico; letteralmente infatti significa “Abilità acquisita con duro lavoro”, o “Maestria ottenuta con grande impegno” e potrebbe riferirsi pertanto anche ad attività diverse dalle Arti Marziali.
Per indicare le arti marziali i cinesi, letteralmente, la parola corretta è WuShu (“Arte della Guerra”, o meglio “Capacità di gestire al guerra”, dove per guerra si intende il conflitto.)
Nella “via” tradizionale, il percorso ottenuto con la pratica non serve solamente ad addestrare guerrieri, ma a rendere persone migliori, più ricche di capacità, più consapevoli, più solide e pronte ad ottenere ciò che vogliono dalla loro vita con il giusto atteggiamento basato su impegno e valori.
Inoltre nel KungFu, arrivati a padroneggiare se stessi e l’arte, è consequenziale lo sviluppo specifico di qualcosa fino al massimo perfezionamento (una vera “maestria”, appunto)
Per questo motivo, fin dai tempi del monastero, quest’arte veniva chiamata KUNG FU, perché relegarla al solo uso marziale sarebbe stato riduttivo (vista e considerata soprattutto la matrice filosofica buddista che è contro ad ogni tipo di scontro, se evitabile).
Studiare il Kung Fu significa anche conoscerne le origini, sapere che gli albori dell’arte si confondono tra storia e leggenda, e l’importanza, al confine tra fantasia e realtà, del personaggio di Bodhidharma (o Ta Mo in cinese – py: Damo), il monaco buddista indiano considerato padre fondatore del Kung Fu di Shaolin (Siu Lam, in cantonese).
LA STORIA
Secondo la tradizione, nel VI secolo a.C. Ta Mo viaggiò dall’India alla Cina (si dice che attraversò il Fiume Azzurro su una canna di bambù) per incontrare l’Imperatore, un uomo pio che credeva che l’illuminazione buddista potesse essere ottenuta attraverso le buone opere eseguite da altri nel suo nome. A tal fine, si era impegnato a tradurre le scritture buddiste dall’antica lingua indiana, il sanscrito, in cinese: questo avrebbe permesso alla gente comune di praticare il buddismo per nome dell’Imperatore, e quindi a lui di trovare la salvezza.
Il monaco indiano non fu d’accordo con questa interpretazione della religione e si separò dall’Imperatore, dirigendosi verso il vicino Tempio Shaolin, dove trovò i monaci in pessima forma fisica e indeboliti dal troppo pregare.
Così iniziò una meditazione in una grotta in cui, si dice, stette seduto per 9 anni davanti ad un muro, dove ancora oggi ci sarebbe impressa la sua ombra, e dove ai suoi piedi nacque la pianta del tè. La meditazione alla quale si sottopose, gli fece acquisire il vero significato della sapienza portandolo all’elaborazione di una dottrina fisica associata ad un pensiero filosofico che, mediante tecniche di combattimento basate sugli atteggiamenti degli animali, rafforzavano e fortificavano corpo e spirito. Quando uscì dalla meditazione iniziò ad insegnare ai monaci questi esercizi e questi, con la pratica e la costanza si trasformeranno in monaci-guerrieri e diventarono una leggenda e perfino l’Imperatore chiedeva il loro aiuto per risolvere casi di estrema gravità.
Nel 1500 si unificarono i vari stili grazie a Chueh Yuan, un monaco di Shaolin itinerante, ricercatore di metodi funzionali di arti marziali. Egli vide un vecchio ambulante che, attaccato da alcuni giovani, li sconfisse senza alcuno sforzo eccessivo. Chueh Yuan gli chiese quale fosse il suo segreto e l’ambulante, che si chiamava Li Chien, lo presentò al suo Maestro di nome Pai Yu Feng. Il Maestro in seguito si offrì di seguirlo al tempio e insieme svilupparono e codificarono i cinque stili fondamentali chiamati dei 5 animali (Wu Hsing Chuan): Leopardo, Tigre, Serpente, Gru e Drago. Ciascun gruppo di tecniche rappresentava le 5 essenze dell’uomo e ciascuna di essa doveva svilupparsi proporzionalmente con le altre, in modo da poter arrivare al perfetto equilibrio del corpo e della mente.
Nel corso degli anni, si andarono formando diversi stili di Kung-fu, a seconda delle zone di origine e dei capi scuola che personalizzavano le tecniche, creando ulteriori scuole, tutte valide sotto il profilo culturale, spirituale e tradizionale.
Nel XVIII secolo d.C. la Cina era passata sotto le autorità Manchu (una dinastia di appartenenza mongola): dappertutto si svilupparono focolai contro l’oppressore. I monasteri, terra di asilo per i capi della resistenza, furono particolarmente odiati dalla nuova dinastia che disperse con forza le comunità monastiche. Attacacto dalle truppe il monastero Shaolin, dopo una accanita resistenza, si arrese e fu distrutto. Secondo la tradizione, cinque esperti di Kung Fu fuggirono assicurando la sopravvivenza dell’arte secolare. Sarà l’origine dei 5 metodi di Kung Fu della Cina del sud: Hung Gar, Liu Gar, Choy Gar, Li Gar e Mo Gar.
GLOSSARIO (Breve Glossario in aiuto alla comprensione dei termini)